E’ in corso in questi giorni a Firenze la terza edizione di FLORENS 2012, la Biennale internazionale dei Beni Culturali e Ambientali. Si parlerà, ovviamente, anche di paesaggio, e per l’occasione è stato allestito in Piazza San Giovanni, “un’installazione di decoro urbano con oltre 70 ulivi secolari, disposti a scacchiera, in armonia con le linee del Battistero e della Piazza”.
Ed è stato scelto proprio l’ulivo secolare “come caratteristica del paesaggio rurale e come antitesi al temporaneo e all’effimero”.
Ma a ben guardare non c’è nulla di più “temporaneo ed effimero” di questa installazione.

Florens 2012: il giardino degli ulivi ((fonte Corriere Fiorentino http://corrierefiorentino.corriere.it/fotogallery/2012/10/ulivi/giardino-ulivi-duomo-2112527458516.shtml#4)

Flores 2012: il giardino degli ulivi (fonte Corriere Fiorentino http://corrierefiorentino.corriere.it/fotogallery/2012/10/ulivi/giardino-ulivi-duomo-2112527458516.shtml#4
Non è dato sapere infatti dove siano stati presi i settanta olivi centenari, né come siano stati trasportati, né quale impatto avrà sul loro “benessere” questa trasferta cittadina, ma non importa. Saranno stati tutti sicuramente “salvati” da un destino incerto o da una morte certa (ma sarebbe bene verificare!).
Quello che lascia allibiti, però, è la scelta (totalmente incongruente con le finalità dichiarate della Biennale) di utilizzare proprio l’emblema di una miope e ottusa pratica (quella dell’espianto appunto di ulivi secolari, destinati a giardini di villette, a rotonde spartitraffico o a banali installazioni pseudo-artistiche), per promuovere la “salvaguardia della propria cultura e della propria identità paesaggistica”.

Olivi potati ed espiantati per essere trapiantati altrove (fonte: Pina Catino, http://www.ilportaledelsud.org/ulivo.htm)
Negli anni passati, infatti, per tentare di spezzare la tratta degli ulivi secolari e la depredazione dei paesaggi agricoli del Sud, è sceso in campo anche il FAI (Fondo Ambiente Italiano), che ha raccolto adesioni per sottoporre il problema all’attenzione dell’Unesco e ottenere così la dichiarazione di patrimonio dell’umanità per questi alberi.
Nel 2007, invece, la Regione Puglia, per arginare il fenomeno dei Tir carichi di ulivi pugliesi e calabresi estirpati e spediti in tutta Italia, ha emanato una legge (LR n,14/2007) per la tutela e la valorizzazione degli alberi di ulivo secolari e plurisecolari, “considerati nella loro dimensione produttiva, di difesa ecologica ed idrogeologica nonché elementi peculiari e caratterizzanti del paesaggio regionale”.

La piana degli olivi secolari di Ostuni (Fonte: http://forum.monopolizzando.it/san-nicola/topic600.html)
Perché dunque questa scelta quanto meno inopportuna? Ignoranza? Autolesionismo? Non è dato sapere.
Certo, da quello che si legge, la cosa importante per gli organizzatori, era fare passare l’altissimo messaggio che l’olivo in quanto “caratteristica del paesaggio rurale e come antitesi al temporaneo e all’effimero (…) assomiglia all’uomo che non dovrebbe mai spingersi troppo oltre i confini temporali che gli sono assegnati, casomai la memoria rimarrà più a lungo, come a lungo rimane quella degli alberi”. http://www.fondazioneflorens.it/52-il-giardino-degli-ulivi%E2%80%A8/?ref=mercoledi-7
Chapeau!
Quello che ci auguriamo, invece, è che gli ulivi dimentichino in fretta, e con loro i fiorentini e i numerosi ospiti della biennale, di fronte ai quali si è persa l’ennesima occasione per fare qualcosa di realmente utile per il paesaggio, contro il temporaneo e l’effimero.
